L'ampia mulattiera acciottolata che parte
da Torno procede in leggera salita, affiancata da campi terrazzati e
vecchi cascinali e offrendo vasti scorci panoramici sullo scenario del
lago in direzione nord. Dopo aver superato un arco in pietra, la Porta
Travaina, di probabile origine romana la mulattiera per la località
Piazzaga si addentra in un suggestivo valloncello dalla vegetazione
lussureggiante. Si giunge a un ponte in pietra che scavalca lo
spumeggiante torrente della Valle di Travaino: le ripide pareti rocciose
suggeriscono quel tipo di paesaggio che piaceva ai grandi artisti
romantici, come Caspar David Friedrich, che ne avrebbe tratto dei
disegni stupendi. Oltre il ponticello ci si trova di fronte a un bivio:
qui vale la pena di fare una deviazione e prendere a sinistra per andare
a vedere certi interessanti massi avelli ricavati da grandi massi
erratici che si trovano numerosi in questa zona. Alcuni massi erratici
di serizzo ghiandone sono stati scavati e trasformati già a partire
dall'epoca preistorica come sepoltura: sono l'Avello del Maas, l'Avello
di Rasina, l'Avello delle Piazze, l'Avello Negrenza, l'Avello delle
Cascine di Negrenza.
I massi erratici sono massi isolati di notevoli dimensioni, trasportati
dai ghiacciai provenienti dalla Valtellina e dalla Val Chiavenna durante
le epoche delle grandi glaciazioni e depositati sul terreno calcareo
prealpino con lo scioglimento dei ghiacci. Nel Triangolo Lariano ne
esistono moltissimi come testimoni degli sconvolgimenti climatici e
delle grandi colate glaciali del Quaternario. Questi enormi massi sono
stati usati dai romani e dai cristiani per ricavarne tombe, cippi,
steli, altari, capitelli e come materiale da costruzione.
Piazzaga, Montepiatto e la Pietra Pendula
Santuario di Sant'Elisabetta
Pietra Pendula
Sopra Torno, a un'altitudine di circa 600 metri, è situata la località
Montepiatto nella quale si trova una chiesetta dedicata a Santa
Elisabetta in una posizione panoramica. La chiesa, con annesso convento
che risale al XVI secolo, venne eretta in onore di Maria a protezione
del paese e fu gestita prima da una confraternita e poi da monache di
clausura. Dopo i saccheggi che Torno subì per opera degli Svizzeri nel
1515 e dei Comaschi alleati agli Spagnoli nel 1522, il monastero venne
chiuso.
In una radura del bosco a poche decine di metri si può raggiungere un
grande masso erratico, denominato Pietra Pendula. Questo trovante si
presenta come un enorme fungo che si staglia nel bosco in bilico
precario su di un altro sasso calcareo di dimensioni decisamente
inferiori. Curiosamente questa pietra ha una gemella sul massiccio del
Fichtelgebirge in Germania.
Sul sentiero che porta alla Pietra Pendula si incontra un altro masso
erratico chiamato la Roccia di San Carlo Borromeo legato a una leggenda
secondo la quale il Santo vi spiccò il volo insieme con le monache del
convento e ricomparve al Sacro Monte di Varese presso la casa madre
delle suore. Un'altra leggenda dice che San Carlo avrebbe appoggiato la
mano sulla parete rocciosa per far scaturire dalla fenditura dell'acqua
per dissetarsi. Entrambi i siti sono ubicati lungo un percorso pedestre
di notevole suggestione, anche ma non solo per i panorami che si aprono
sulla zona del Lario. Qui, a Piazzaga troviamo un piccolo nucleo di
casette abitate in estate e un tipico Crotto che offre una cucina di
ottima qualità. In zona si possono visitare anche numerosi altri massi
avelli, testimonianze archeologiche medievali.
Strada Regia
La Strada Regia è un tracciato a mezza
costa che percorre la sponda orientale del ramo del Lago di Como tra il
capoluogo e Bellagio. In passato era un reticolo di mulattiere che
congiungeva i paesi e permetteva a viandanti e commercianti di spostarsi
in questa zona. Oggi è un percorso pedonale, adatto anche per mountain
bike, ben segnalato e lungo circa 30 km. Per comodità abbiamo suddiviso
l’itinerario in tre tappe: Brunate-Torno (6 km), Torno-Nesso (11 km),
Nesso-Bellagio (12 km).
Prima tappa Brunate-Torno
Saliti a Brunate con la funicolare si prosegue lungo via Roma e via
Nidirino. Oltrepassato il campo sportivo, si prende a destra un sentiero
nel bosco. Il primo tratto è stretto e taglia in costa un pendio
piuttosto ripido. Si cammina in discesa fino a un bivio dove si incrocia
una mulattiera che si segue svoltando a sinistra e si segue fino a
Capovico. Il percorso prosegue alternando ai vicoli qualche tratto di
asfalto fino a Sopravilla e a Sorto. Si continua a scendere una rampa di
scale tra i vicoli di Cazzanore. Poco dopo, il percorso prosegue per un
breve tratto sulla strada provinciale 583. Superate le poche case di
Parlasca ed evitando la galleria, si imbocca la strada a sinistra e si
sale a destra in via Rasina. Si supera la Cappellina del Tuè e si scende
verso il borgo di Torno.
Seconda tappa Torno-Nesso
Giunti a Torno, si imbocca via al Pozzo fino al cartello della Strada
Regia dove si prende via per Molina, la prima a destra. Da qui si
prosegue fino a incrociare, nei pressi di un ponte in pietra, un breve
tratto di strada provinciale. Proseguire per circa 300 m e svoltare
sulla rampa selciata che sale ripida. Si supera il vallone della
Pliniana su un antico ponte in pietra e si procede nel bosco fino alla
cappella di San Rocco. Una gradinata conduce in via XX settembre nella
frazione di Molina. Da qui si raggiunge piazza Sant’Antonio, via
Bargiola e via Fontana Vecchia. Il sentiero diventa selciato
nell’attraversamento della Valle dei Molini. Si prosegue tra i prati di
Brema e si supera il torrente della valle. Dopo aver attraversato alcuni
terrazzamenti coltivati si incontra la Cappella della Madonna del
Rosario che anticipa l’ingresso alla frazione di Lemna. Attraversato il
borgo lungo via Cappelletta e via di Mezzo fino alla Chiesa di San
Giorgio, il percorso prosegue sulla strada asfaltata (via Bernardo Silo)
e poi sulla strada provinciale per Palanzo. All’ingresso del borgo
pochi gradini sulla destra portano fino alle antiche case e al portico e
alla piazza della chiesa di Sant’Ambrogio. Usciti dal paese lungo via
Pisciola, si scende verso Pognana Lario. Si attraversa il paese lungo
via Quarzano e via Careno e si prosegue lungo il percorso che sale ai
Monti di Careno, percorrendo una rampa piuttosto ripida. Superate alcune
baite, si prende via dei Monti e, giunti a un tornante, si svolta a
destra verso Nesso, località conosciuta per il suo Orrido. Per tornare
al punto di partenza si può utilizzare l’autobus.
Terza tappa: Nesso-Bellagio
Partendo dal ponte sull’Orrido di Nesso si può scegliere tra due
differenti itinerari. I più sportivi possono optare per la variante alta
che si percorre salendo fino alle frazioni di Lissogno e Vico e verso
Lezzeno. Per la variante bassa si imbocca via Coatesa costeggiando il
porticciolo. Si attraversa poi la provinciale e in prossimità di una
cappella al termine del paese si sale una rampa selciata fino a
raggiungere la variante alta. Si prosegue verso Lezzeno attraverso il
bosco, salendo lentamente fino a Carvagna, Sormazzanae Calvasino.
Arrivati a Lezzeno si continua per Casate e si raggiunge nuovamente la
provinciale, in prossimità del belvedere panoramico. Poi il sentiero si
inerpica sulle pendici del Monte Nuvolone attraversando la località
detta dei Sassi Grosgalli. Dopo alcuni saliscendi si giunge a un
meraviglioso balcone naturale con vista sul lago. Una ripida discesa
conduce alla forra del Ponte del Diavolo, sulla provinciale dove si
conclude l’attuale Strada Regia. Il centro di Bellagio dista altri tre
chilometri. È possibile raggiungerlo in autobus oppure camminando lungo
la provinciale, ma occorre fare attenzione perché in alcuni periodi
potrebbe essere piuttosto trafficata. Per tornare al punto di partenza
si può utilizzare l’autobus